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Atletica -Si avvicina il giorno della “CALECARA”.

Si avvicina il giorno della “CALECARA” corsa podistica tutta in salita di km 09,800, fortemente voluta e promossa dal Sindaco Barletta e dal Delegato allo Sport Ippoliti, coadiuvati dai signori Beppe Querni, Massimo e Luca Morgia ed altri, prevista per domenica 04 Agosto 2019 a Supino, con ritrovo alle ore 08,00 presso San Sebastiano per le formalità delle iscrizioni e consegna pettorali a cura di Andrea Zaccari e partenza alle ore 09,30. Il pacco gara sarà dato al termine della gara.
Gara molto sentita a Supino perché è la 3° edizione di questo tipo di gara nella nostra Provincia e rientrante nel quadro dei festeggiamenti della Giornata dello Sport nella Piana di S. Serena.
Già discrete le preiscrizioni e l’organizzazione è pronta per dare l’avvio alla kermesse; la gara è sotto l’egida della Opes Italia, C.P. Frosinone e sarà disciplinata dal Gruppo Giudici Opes italia di Frosinone.
La 2° edizione è stata appannaggio di Buccilli e quest’anno vuole ripetersi come la stessa Alessandra Scaccia che vorrà ripetersi e dimostrare che la più forte atleta della provincia è lei, anche se diverse alte in ascesa come la Desiderio e la Cocco le daranno battaglia.
Previsti bei premi per i partecipanti e per le Società, in ottemperanza al Programma all’uopo predisposto; al termine della competizione gli atleti si ristoreranno con il ricco ristoro predisposto dall’Organizzazione.
Quest’anno ci saranno tutti bei nomi del podismo ciociaro per rendere più competitiva la gara e ricordiamo che ssa ha un percorso tutti salita: si parte da S. Sebastiano e si percorrono i 9,8 km. tutti salita con i tornanti del percorso che consentiranno di usufruire di uno scenario meraviglioso.
Premiazioni al termine con la presenza del Sindaco Barletta ed del Delegato allo Sport Ippoliti, nonché dello sponsor Peppe Querni, promotore agguerrito della manifestazione.
Perchè “CALECARA”: la Cama, la Pietra, il Fuoco e l’Acqua a Riofreddo, sui terreni di una nobile famiglia di proprietari locali, lungo la strada per Vallefredda dove si trovava l’aia nei caldi giorni di Agosto dopo il duro lavoro della mietitura e trebbiatura, si faceva la “calecara” nella grande fornace a pozzo costruita in mattoni. L’analisi della operazione completa che portava la pietra della montagna a diventare calce da costruzione. Lo scarto del grano veniva ammucchiato si da formare un grande covone alto quai 4 mt., con quello scarto si alimentava la “calecara” per fare i sassi cotti che servivano a fare la calce per l’edilizia locale. Quindi la Calecara non è altro che un grande pozzo cilindrico ricoperto di mattoni con una parte esterna a muro, alto 4 metri: nella parte frontale alla base del forno, due aperture per l’alimentazione, una più in alto per introdurre la cama, l’altra più in basso per estrarre la cenere, l’interno era vuoto e doveva essere riempito dalle pietre di cottura. Il resto si trova in internet con la storia completa della Calecara.

l’organizzazione

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