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Pallanuoto – R.N. Frosinone, Ceccarelli: «Importante non togliere lo sport ai ragazzi».

I DPCM si susseguono di settimana in settimana. Il mondo dello sport trema, e non solo quello. Andare avanti in un momento delicato come questo è possibile solo stringendo i denti, guardando il susseguirsi degli eventi giorno per giorno e, soprattutto, armandosi di grande passione. Proprio la passione per la pallanuoto, ha spinto il nostro Federico Ceccarelli a vestire i panni dell’allenatore delle giovanili. Senza, però, spogliarsi di quelli da giocatore. Il tutto sempre con i colori della Rari Nantes Frosinone, e della sua città, cuciti addosso.

Intanto come stai? Come vivi questo momento di incertezza per il mondo dello sport e non solo?

«Tutto bene, per fortuna. La situazione sicuramente è complicata, ma speriamo che migliori il prima possibile per tornare alla vita di tutti i giorni. Per quanto riguarda lo sport nello specifico, penso che sia davvero importante dare la possibilità a tutti di fare attività fisica. Soprattutto ai bambini e ai ragazzi più giovani. Lo sport allontana i ragazzi dalla strada, li educa a una vita sana e migliora la salute di chi lo pratica»

Federico Ceccarelli giocatorePer il terzo anno ricopri nella Rari Nantes Frosinone un doppio ruolo. Quanto sei cresciuto da allenatore e quanto da giocatore?

«È motivo di grande orgoglio per me ricoprire questo doppio ruolo. Penso di essere cresciuto come giocatore, grazie al tanto minutaggio accumulato in questi anni e alla responsabilità che ho nei confronti dei ragazzi di Frosinone. Da allenatore mi sto divertendo tanto, è come tornare bambino. Sono dell’idea che mettersi allo stesso livello del ragazzo che alleni sia il modo giusto per farlo apprendere più velocemente. Loro si accorgono che sei dalla loro parte e rispondono in modo positivo».

Il blocco delle categorie imposto dalla FIN per non far perdere un anno di pallanuoto ai più giovani, ti ha consentito di lavorare ancora un anno con il gruppo nati 2007 e seguenti, con il quale hai iniziato ad allenare. Come vanno i ragazzi?

«Facevo il tifo per questo blocco già questa estate. Avevo voglia di continuare a lavorare con questo gruppo, che mi sta dando tanto. Nonostante non ci sia la certezza di una ripresa dei campionati, stanno crescendo giorno dopo giorno, impegnandosi al massimo nonostante i faticosi allenamenti cinque giorni su cinque».

A proposito, gli U14 e gli U12 da quest’anno si allenano tutti i giorni. La società investe sul settore giovanile: quanto è importante essere un riferimento sportivo per tutto il territorio di Frosinone e provincia? Quando eri più piccolo, non hai avuto possibilità di allenarti e giocare nella tua città.

«Sì, da quest’anno siamo l’unica società frusinate ad allenarci cinque volte alla settimana con queste categorie. Ho richiesto fortemente di investire sui ragazzi, perché a quest’età si formano i giocatori che in futuro potranno giocare in una prima squadra di livello. Io ho iniziato ad allenarmi ogni giorno quando sono andato a giocare a Latina. Sembra una cosa da poco, ma un giorno in più di allenamento è importantissimo.  Possiamo dire che con U12 e U14 stiamo lavorando molto bene su Frosinone e ci stiamo avvicinando sempre di più alle più blasonate società di Roma e Latina. Siamo ansiosi di rifarci del campionato sospeso lo scorso anno causa Covid-19: stavamo recitando un ruolo da protagonisti con U12 e U14 e vogliamo continuare a farlo».

Nessuna certezza nemmeno sulla data d’inizio della serie B. L’obiettivo rimane sempre lo stesso degli ultimi anni? I nuovi sono pochi, tra cui l’allenatore, ma il gruppo squadra è solido e va avanti insieme da tre anni. Quanto è importante non disunirsi in un momento duro come questo?

«Certamente, abbiamo allestito anche quest’anno una rosa competitiva per raggiungere i nostri obiettivi. La squadra è importantissima, come hai ben detto lo zoccolo duro è rimasto e sono arrivati ragazzi che già conoscevamo, da avversari o da ex compagni. Sarà importante creare un bel gruppo che, come visto negli anni scorsi, può essere la nostra arma in più».

Chiosa finale sul movimento pallanuoto italiano. Tante società spariscono, altre vanno avanti per il rotto della cuffia. Che prospettive hanno i giovani che si approcciano allo sport in un periodo storico del genere?

«È molto triste sentire queste brutte notizie. Purtroppo questa situazione ha aggravato ancora di più la precedente. Gli investimenti su questo sport sono pochi o nulli. Il nostro è un ambiente in cui si fanno tanti sacrifici, che poi vengono ripagati da una partita vinta il fine settimana o dal vedere crescere i ragazzi che alleni con sani principi e fame agonistica. Spero che in un futuro prossimo l’Italia possa dare allo sport il valore che merita. E che, a sua volta, il mondo dello sport possa guardare alla pallanuoto con maggiore rispetto».

Andrea Esposito

Addetto stampa R.N. Frosinone

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